L’orgoglio di essere Uomini – il Nepal di Mauro Scarpanti

Che cosa lega l’uomo alla polvere? La terra. In Nepal, durante la stagione secca che va da ottobre a giugno, quando il sole cuoce anche le pietre, decine e decine di famiglie arrivano dai villaggi verso i maggiori agglomerati urbani tra Kathmandu e Panau per produrre mattoni dalla terra. Non si tratta di fabbriche, ma di veri e propri accampamenti in cui intere famiglie, senza distinzione di sesso e di età, lavorano dalla mattina alla sera per fare mattoni per l’edilizia che ha subito un incremento di affari dopo il grave terremoto del 2015 di magnitudo 7,9 che uccise 8 mila persone e rase al suolo il Paese. Un lavoro fino allo sfinimento, anche fino alla morte… fino alla polvere.

Mauro Scarpanti The Brick Factory

Il Nepal è chiuso tra l’India e la Cina, o meglio, il Tibet. Ha un’economia costituita prevalentemente di pastorizia e agricoltura, quella che gli economisti chiamano primaria e dunque volta alla produzione di beni di prima necessità. Proprio la necessità, il bisogno di sopravvivere, è ciò che da sempre porta l’uomo a spingersi oltre il limite. Questa soglia è raccontata dalla fotografia di Mauro Scarpanti ed è tagliente come una lama. I suoi scatti raccontano il quotidiano di queste genti e sono documentazione storica ed antropologica.

Per scattare queste fotografie ho vissuto con questi operai per alcuni giorniracconta Mauro Scarpanti -. Ho potuto farlo grazie a una guida, ovviamente. Sono stato accolto tra loro potendo documentare i loro ritmi, lo svolgersi delle loro relazioni familiari e dunque ritrarli non solo durante il lavoro. Ho provato il loro tempo, il loro clima, il loro cibo, i loro spazi. Si tratta di una vita portata all’estremo per cui ho sentito il bisogno di raccontarla “dal di dentro”. Prima di partire per questo viaggio mi sono molto documentato. Ho quindi voluto scattare con gli occhi assonnati e con la polvere respirata dalla mattina alla sera”: ritratti e non solo situazioni.

Mauro Scarpanti,

Il risultato degli scatti di Mauro Scarpanti potrebbe rendere superflue le parole. Ma non è così. Raccontano tutto, ma per cambiare questo tutto servono anche le parole: questo non è lavoro, ma “schiavitù”. Questa non è la vita giusta per un bambino che avrebbe tutto il diritto di conoscere parole per esprimersi e aggiungere al mondo qualcosa in più di un’azione meccanica accecata dal sole e dalla fatica. Questa non è la vita giusta per una madre che allatta i suoi figli a seni vuoti con la schiena dolente non per il latte, ma per la fatica. Non è nemmeno la vita per una donna e per un uomo che avrebbero diritto a una casa, a un lavoro che sia almeno dignitoso. Tuttavia anche in quell’inferno la vita sembra continuare nonostante tutto e a dispetto di tutto. Un’invenzione di spazi come case, di focolari, di cucine, di stenditoi, di giochi e abbracci, di notti d’amore e albe in cui ricordare che, in fine, alla polvere ritornerai.

Emblematico il ritratto di un ragazzino con in mano una vanga che osserva con sguardo intenso il fotografo al momento dello scatto. In quegli occhi, in quell’espressione, in quella postura si percepisce una sorta di orgoglio, nonostante tutto. Forse è quello di sentirsi utile, partecipe alla costruzione di qualcosa di grandioso. Non è forse grande alleviare le fatiche della sua famiglia e sapere che anche solo per quel giorno ha portato a casa un risultato importante, insostituibile? Forse questo lo fa sentire come un uomo – un grande uomo – molto di più di un bambino. Forse ha più ragione lui di noi che lo osserviamo con compassione. Quello sguardo ci riporta all’importanza delle piccole cose, dei piccoli gesti rispetto all’ambizione di molti di voler cambiare il mondo, di volerlo più giusto ed equo creando leader e movimenti o gruppi di potere a cui delegare il fare di questo cambiamento. Quell’orgoglio potrebbe essere quello di desiderare di essere semplicemente uomini. Quello sguardo potrebbe essere tutti noi.

IN MOSTRA ALLA CASA MUSEO SPAZIO TADINI DAL 28 FEBBRAIO AL 28 MARZO

Melina Scalise


Una risposta a "L’orgoglio di essere Uomini – il Nepal di Mauro Scarpanti"

I commenti sono chiusi.