Fermo immagine
di Melina Scalise
La società contemporanea corre veloce. Le immagini, quelle che catturiamo con il nostro sguardo, a volte non si soffermano abbastanza per memorizzarle, per coglierne il senso, per vederne la bellezza. E’ come essere su un treno in corsa in cui si cerca di non perdere l’immagine del paesaggio che passa dal finestrino: si volta lo sguardo, ci si sporge, ci si tende, ma poi, inevitabilmente, ci si allontana. Ciò che rimane è una debole immagine, una forte emozione e la consolazione di un possibile ritorno. Giancarlo Ossola non ha solo scelto di dedicare la sua vita all’arte, ma ha anche scelto il tempo in cui vivere e di fermarne le immagini.
La sua casa lo racconta tanto quanto le sue opere. Appassionato di antiquariato, vive circondato da oggetti che appartengono a tempi diversi, selezionati con cura per semplicità, qualità e bellezza. Le immagini che raffigura nei suoi dipinti sono quelle racchiuse in un mondo interno e interiore che racconta di cose accadute o che accadranno dalla casa alla fabbrica, dalla stanza all’ufficio. In tutti questi luoghi la vita, con i suoi accadimenti è appena passata, ma mai finita, se ne sente l’attesa e la si aspetta davanti a una porta o a una finestra che è sempre presente per restituire la luce sull’ombra. Da piccolo Giancarlo Ossola visse la guerra, vide Milano sotto i bombardamenti e nel parlare del suo lavoro ricorda l’uscita dal rifugio, un giorno di guerra qualunque, in cui andando verso la luce rivide la strada e la devastazione prodotta dalle bombe. Quell’immagine forse è sempre rimasta nei suoi occhi e attraverso quell’immagine filtrano tutte quelle di ieri e di oggi per poi trasferirsi sui suoi dipinti riproponendosi per sempre alla memoria di tutti. Nelle sue opere c’è il racconto della vita di tutti, il disordine delle cose e il senso del tempo.
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