Soldi caduti in disgrazia: una ricetta anticrisi? Investire di nuovo sull’uomo, in arte e cultura

Invito a partecipare alla collettiva

 

Dal 6 dicembre al 21 gennaio

Spazio Tadini, via Jommelli 24, Milano

Un insieme di artisti conia nuove monete e banconote per restituire al denaro il valore di strumento e risultato del lavoro creativo dell’uomo. Un invito a investire risorse per la cultura. Le opere potranno essere “acquistate” anche attraverso il baratto: il ricavato destinato a sostenere artisti e progetti culturali.

Il crollo delle borse del ‘29 segnò il primo capitolo nero della storia economica mondiale. Fu definito: la grande depressione. Dovrebbe far riflettere a tutti questa definizione perché sottolineò la stretta relazione tra denaro e individuo: a una crisi economica corrispondeva uno stato d’animo che, in psichiatria, è una malattia.

Oggi, a distanza di tanti anni, questa malattia sociale colpisce di nuovo tutti. Le borse crollano e noi ci affliggiamo, perdiamo prospettive, ci chiudiamo in noi stessi, abbiamo paura, ci sentiamo vittime di un sistema contro il quale ci sembra di non poter fare nulla e ci sentiamo privi di forza come rassegnati all’inevitabile.

In sintesi: perdiamo soldi o non abbiamo soldi e ci sentiamo tristi e svalutati, senza un posto nel mondo. Attraverso il denaro leggiamo la misura del nostro valore sociale e misuriamo il nostro successo.

Tanto più una società è depressa, tanto più svaluta le potenzialità dell’individuo e non lo aiuta a reagire, ideare, sognare, generare, creare. In pratica si verifica il fenomeno a cui oggi assistiamo: una forte crisi di denaro che corrisponde a una forte crisi di ideali e a una diminuzione degli investimento sull’uomo quale fonte creativa e ideativa. Si resta catturati dal teatrino del mercato borsistico dove, con accanimento, si osserva il denaro come una sorta di alter ego dal quale si dipende, mentre si perde la percezione di noi stessi quali creatori di valore.

La mostra che noi di Spazio Tadini abbiamo organizzato ha l’ambizione di cercare di riportare l’attenzione sull’uomo: il vero protagonista della “crisi”. Una società che non investe più in cultura, arte, teatro, danza, musica, letteratura, educazione, ricerca, non può generare nuovo valore, non può trovare idee innovative capaci di disegnare nuovi futuri possibili. Bisogna cercare di distogliere lo sguardo dai grafici di Wall Street, bisogna uscire dalla volgarità sociale catturata da Cattelan e fatta monumento in Piazza Affari. L’invito di “Soldi caduti in disgrazia” – nel titolo volutamente abbiamo voluto attribuire al denaro un’eventualità  possibile solo all’individuo – è quello di far uscire l’uomo dalla depressione e stimolarlo a ricominciare a osservare un quadro, leggere un romanzo, seguire uno spettacolo teatrale in uno spazio di periferia, sollevare lo sguardo da terra insieme all’elevazione di un danzatore, ascoltare un brano musicale e lasciare che tutto ciò lo trasporti al piacere di sentirsi vivo e produttivo. I soldi siamo noi. Noi siamo l’unico titolo azionario su cui dobbiamo investire per ricominciare a produrre denaro e migliorare la qualità della nostra vita, l’unico con il quale non funzionano menzogne e speculazioni.

In “Soldi caduti in disgrazia” abbiamo chiesto a degli artisti di coniare nuove monete o banconote. Ad ognuno di loro sarà data libertà espressiva, l’importante è che il lavoro non sia intelaiato. Pertanto può essere in carta o tela, in ceramica o metallo. Saranno prodotte matrici e multipli trasformando Spazio Tadini in una sorta di zecca (la sede di Spazio Tadini era una tipografia dei primi del novecento) e i lavori si potranno acquistare anche senza usare denaro, ma con un semplice baratto. Il ricavato sarà devoluto a sostegno della cultura ovvero in parte agli artisti autori delle opere, in parte all’associazione culturale non profit Spazio Tadini che destinerà i proventi per altri eventi artistici (danza, musica, teatro o altro ancora).

Gli artisti interessati a partecipare possono inviare una richiesta con relativo curriculum e link al loro sito o immagini sul loro lavoro al seguente indirizzo mail: ms@spaziotadini.it.

Milano 9 ottobre 2011

Melina Scalise