Legami

Isa Locatelli è un’esploratrice del linguaggio delle cose. Nelle sue tele l’assemblaggio e la composizione dei materiali si mescola alla ricerca pittorica per dare a chi guarda una dimensione nuova delle cose e del loro significato. Come Burri usava materiali poveri per raccontare, per evocare alla memoria storie vissute, Isa Locatelli, usa le cose non solo per questo, ma anche per evidenziare le loro relazioni. L’artista trasferisce su un oggetto usato o un sacco, su una sagoma o una forma, su un pezzo di iuta o una rete, su un legno o un fil di ferro tutta le potenzialità espressive dell’individuo. I titoli dei suoi lavori parlano di incontri, di sguardi che si scambiano, di coppie che si trovano, di luoghi di riflessione o semplicemente di accadimento.
Gli assemblaggi dei materiali avvengono su tele o tavole lavorate ad hoc, sia con interventi pittorici, sia, più raramente, con inserti scultorei. Le cose selezionate e composte su questi supporti è come se fossero attori su un palcoscenico allestito per lo spettacolo. La visione d’insieme conferisce ad ogni componente dell’opera un ruolo che non potrebbe altrimenti esistere in assenza delle parti. L’opera L’amour, per esempio, rappresenta una sorta di letto con lenzuola rosse di plastica da cui sbucano due fili di corrente che ricordano due occhi o due figure in stretta relazione. I legami tra gli elementi compositivi sono un tema ricorrente nei lavoro di Isa Locatelli. Spesso sono rappresentati da occhi “uniti” attraverso un filo, da reti che avvolgono forme isolate, da involucri che rappresentano rifugi o luoghi dell’intimità pronti a smascherare emozioni. Questi lacci/tessiture o fili, però non hanno nulla a che vedere con quelli mossi da un burattinaio che muove corpi e figure: questi stringono legami, suggellano relazioni, vincolano i movimenti. Si tratta di linee che per Isa Locatelli non partono mai da un fulcro, ma sono sempre segmenti rettilinei o curvi (si osservi ad esempio Messaggi, Complicità, Girotondo o Plastica). Questa assenza di centro non sfocia però mai nel caos. Nel disordine della vita, in cui ci riempiamo di tante cose, e conosciamo tanta gente, esiste, per Locatelli sempre un ordine, un senso non dato da un destino precostituito, ma dalle singole circostanze, che fanno cambiare improvvisamente direzioni, scelte, relazioni e pesi gravitazionali.
Il tempo è senz’altro un protagonista di questi cambiamenti, perchè l’artista spesso impiega materiali usurati e costruisce tessiture o forme che ricordano spartiti musicali. Forse non è un caso che nelle sue opere, per esempio, le sagome ricorrenti che entrano in relazione sono prevalentemente cerchi o sfere. In qualche caso si tratta di forme allungate simili a vasi o semplici filamenti con una sfera/cerchio tali da sembrare note musicali capovolte (vedasi per esempio Intrecci o Complicità). E’ come se in una ipotetica nota di quattro quarti ci fosse tutto il pensiero, tutta la pienezza dell’essere. Questo intero si scompone solo quando entra in movimento (vedasi l’opera Inseguimento). Solo allora comincia il ritmo e si possono cambiare le pedine del gioco, tant’è che nei sui lavori scopriamo allora forme spezzettate e ripetute e più ricche variazioni cromatiche. In queste opere i fili delle relazioni sono più tesi, più lunghi, come se rischiassero di spezzarsi. Forse indicano che l’individuo rischia, con il distacco, di perdersi nel caos? Certo è che per Isa la coppia, la relazione a due, che sia l’amore o l’amicizia, sia l’unica circostanza dell’essere capace di restituire ordine, composizione e “pulizia”, un risultato tuttavia impossibile quando, sulla scena, c’è la presenza dell’uomo che, per sua natura, tende al cambiamento, al sovvertimento o alla sfida delle regole. Così, dietro l’apparente scorrere del caos forse per lei c’è un ordine rigoroso da non dimenticare mai perchè sta in tutte le cose, nella Natura stessa: nessuno trova un senso senza l’altro.
Melina Scalise
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