
Sono andata a visitare il museo della Sisal, un viaggio multimediale nel passato. Il gioco e il tentare la fortuna fanno parte dell’immaginario di ogni epoca. La sfida alla fortuna si tenta, tenta, alletta e stimola l’immaginario. Visitatelo anche voi SISAL IMMERSIVE MUSEUM

ECCO COSA E’ ACCADUTO NEL BAGAGLIO DEI MIEI RICORDI
La schedina
Che te ne fai della vita se non tenti la fortuna…
Dicono che l’abbia inventata Dio,
per guardare il destino senza pensare all’effetto che fa.
Ma qualcuno dice che l’ha scoperta il bevitore
nel bicchiere rovesciato in un bar,
mentre ingoiava l’ultima goccia di paura.
Ma io l’ho vista la fortuna:
lei non mi ha visto, ma io l’ho riconosciuta.
L’aspettavo ogni sabato,
quando papà giocava la schedina.
X, 1 o 2?
Il foglietto rosa della partita era sul tavolo della cucina
e mentre i grandi ragionavano sulle possibilità,
io ero là ad aspettare il mio turno:
perché arrivava. Sempre.
Dopo la prima colonna, c’era la mia,
quella dove il ragionamento abbandonava la strada
“Tu che dici? X, 1 o 2?” Domandava papà.
Allora io lo guardavo dritto negli occhi
e lo capivo da loro che stavano
guardando la fortuna.
Era bellissima, come me
con i codini rosa mentre chiedevo
un cuscino in più sulla sedia
per arrivare al tavolo.
X, 1 o 2… andavo a caso
e il gioco era fatto,
tanto avevo già vinto.
Papà nemmeno se ne accorgeva
di quanto fosse vicina la fortuna,
di quanto Caso fosse fatta la libertà
di quante palle non aspettano di essere calciate
di quante scommesse sono fatte per non essere raggiunte
di quanti passi corti sono fatte certe distanze.
Da quando la fortuna ha sciolto i fiocchi sui capelli
e la sedia al tavolo è rimasta vuota
ha capito perché qualcuno dice che sia cieca.
Melina
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